ISTITUZIONI, POLITICA, LEGISLAZIONE
“Un rapporto tra continuità e differenze ma lungo un filo di Arianna più che con tagli di Nodi gordiani”
Curatore: Carlo Alberto Barbieri
LO STATUTO DEL 1943
L’INU, nato nel 1930, assume la sua piena forma costitutiva dopo la legge 1150 del 1942 (rif.1), con lo Statuto nel 1943 (rif.2) e da subito (e ciò continuerà anche dopo la Repubblica) l‘attenzione è alla formazione universitaria e tecnico-professionale dell’urbanistica, alla giusta dimensione della pianificazione, allo sviluppo dell’urbanistica nella Pubblica amministrazione e nella professione.
LO STATUTO REPUBBLICANO DEL 1949
Con DPR 1114/1949, a firma del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi (rif.3), è abrogato lo Statuto 1943 e l’INU viene ricostituito come un Ente di diritto pubblico ed Ente di Alta Cultura e Coordinamento tecnico. Il nuovo Statuto prevede, con coerenza ”costituzionale”, le Sezioni regionali, come parte della struttura nazionale dell’ INU e sua base associativa.
IL RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI, LA POLITICA, LA LEGISLAZIONE
È insito negli scopi, natura dell’INU e degli obbiettivi, pur diversi, degli urbanisti che lo fondano negli anni 30 e lo rifondano dopo il 1947. Il rapporto dell’ INU con la politica, i partiti e gli uomini politici si è configurato in relazione al loro ruolo nelle Istituzioni con competenza legislativa e/o di pianificazione, cercando di orientarle ed ottenere leggi e strumenti per una buona urbanistica e pratiche coerenti con le proprie proposte. L’INU ha sovente offerto alle Istituzioni (e talvolta anche alla politica) non solo urbanisti di “primo piano”, ma anche tanti tecnici nella PA (spesso giovani), che, praticando la pianificazione e “amministrazione urbanistica”, utilizzando strumenti in modo innovativo (spesso ispirato dall’INU), hanno operato anche una messa in pratica di alcune elaborazioni e proposte dell’INU. In alcune fasi, talvolta sono stati i politici e la politica che hanno trovato interesse a rapportarsi con l’INU o a farne anche parte. (rif.4) Negli oltre 70 anni repubblicani, l’INU ha operato collocandosi con continuità in un‘area riformista e progressista, stendendo più un Filo di Arianna ed agendo lungo di esso, che tagliando Nodi gordiani. Il rapporto (di avanguardia, affiancamento, critica) con le istituzioni, la politica e la legislazione è continuo ma con differenze raggruppabili in tre FASI e riconoscendo una quarta FASE odierna e futura.
I Fase (1949-1973) (rif.5)
È contraddistinta sia dalla battaglia per la riforma urbanistica, sia dalla forte attenzione dell’INU alla politica della casa sul territorio (dalla L 167/1962 e i primi quartieri di edilizia popolare, alla L 865 del 1971), al contrasto alla rendita urbana speculativa, agli standard; ciò in un contesto (dal ‘68 all’inizio degli anni 70) di cambiamenti culturali e generazionali, di lotte sociali e di classe. Nel 1972, l’INU con il XIII Congresso, vive una svolta, meno “governativo-istituzionale”, a favore di movimenti sociali, sindacati e forze protagoniste del ’68 e delle lotte successive. Si accentua anche l’attenzione alle Autonomie locali ed alle appena nate Regioni.
II Fase (1974-1998) (rif.6)
Il rapporto dell’INU è meno con lo Stato e più rivolto alle Regioni, oltre alla relazione con i Comuni (con l’elezione diretta dei sindaci dal 1993) e, dal 1990, con le Province. La Fase è contraddistinta: - dall’ impegno dell’INU nei confronti delle leggi urbanistiche regionali di prima generazione (dopo il DPR 616/1977), nella pragmatica speranza che, assumendo contenuti riformisti, dopo la sconfitta degli anni 60 “surrogassero” la mancata riforma nazionale; - alla fine del periodo, dal rinnovato impegno per una legge urbanistica nazionale di Principi e regole nuove col XXI Congresso del 1995, dove l’INU ammette e spiega che le leggi regionali non bastano.
Il rapporto resta forte con le Regioni (dal 1999 ad elezione diretta dei Presidenti), con i Comuni ed ancora con le Province. Dal 2014, l’INU si rivolge (per le potenzialità di innovazione istituzionale e di pianificazione strategica e territoriale) alle Città metropolitane. Ritorna anche la ricerca del rapporto con lo Stato, con le forze politiche progressiste del Parlamento e, alla fine del periodo, soprattutto col Governo; ciò sia per l’aggravarsi della crisi dei partiti e della loro capacità di rappresentanza democratica, sia per il prevalere dell’Esecutivo nel fissare l’agenda delle politiche e delle leggi, provvedendo direttamente a legiferare o mediante leggi delega dal Parlamento.
IV nuova Fase (dal 2020 al 2030 e oltre) (rif.8)
È una fase incognita e di mutazioni strutturali che si apre con il “cigno nero” della pandemia planetaria e la sua spinta per radicali cambi di paradigmi socio-economici, del welfare, dello sviluppo, dell’uso del territorio e la rigenerazione della città. Nel rapporto con il Governo, con le Istituzioni e le risorse pubbliche del PNRR (di entità mai vista prima), con i suoi obblighi di produrre “riforme di sistema”, di accompagnamento o di sostegno, l’impegno dell’INU è quello di sostenere come proprio adesso non sia più eludibile per il Paese la necessità di quella “riforma concorrente” del governo del territorio così come dettata dalla Costituzione nel 2001.
QUALI ESITI?
Nel tempo, l’INU si è dimostrato un attore critico, propositivo e resiliente (rif.9) ed è stato significativo? o si è invece di fronte ad una “storia di sconfitte” (nessuna riforma urbanistica, nonostante l’INU, dal 1960, abbia fatto 3 proposte di legge di riforma urbanistica nazionale)? (rif.10). Anche se la seconda fosse la pessimistica sintesi da fare, vanno invece considerate le molte leggi nazionali incrementali ed alcuni risultati riformisti, le nuove leggi regionali, il duraturo rapporto con i Comuni e la loro amministrazione e pianificazione urbanistica, la continua ricerca di riscontro nei Piani e prassi urbanistiche. Sono risultati dovuti anche alla presenza nei territori (grazie al ruolo delle Sezioni regionali), alla proposta ed all’azione dell’INU, capace di spendere una solida reputazione, esito stesso della sua novantennale storia e dell’unicità del suo profilo, associativo e culturale (ben sintetizzati dai temi scelti dai suoi 30 Congressi e rispetto alle FASI (rif.11): una delle voci del Paese e per il Paese, con cui l’INU ha cercato di svolgere una riconoscibile funzione civile di guida e supporto dell’urbanistica riformista italiana.
Approfondimento
UN’INCOGNITA NUOVA FASE, DAL 2020 AL 2030 (e oltre)
Cominciata nel 2019 con il Green Deal UE, si è soprattutto aperta all’inizio del 2020 con il devastante “cigno nero” (imprevisto?) della drammatica pandemia Covid19 con gli shock di portata inusitata e l’accelerazione della consapevolezza del “cambio d’epoca”, di non rinviabili cambi di modelli sociali, economici e dello sviluppo; dunque inevitabilmente, anche di nuovi paradigmi di programmazione, pianificazione e rigenerazione del territorio e delle città. È una fase sostanzialmente incognita che sarà contraddistinta da mutazioni strutturali, che dovranno riguardare anche la pianificazione e le politiche urbano-territoriali, in uno scenario caratterizzato dalla next generation UE e dal Piano nazionale di ripartenza e resilienza e dagli attesi forti impatti che esso dovrà provocare nel Paese. Rispetto alle istituzioni, alle leggi e alle politiche, la pandemia e il PNRR stanno evidenziando, da un lato, un “ritorno dello Stato centrale” e del Governo; dall’altro, anche la necessità di un rilancio-ripensamento di una sostenibile sussidiarietà, del regionalismo e del ruolo delle autonomie locali; per tutto ciò, l’INU sostiene che serve l’impegno a trovare un percorso più collaborativo, di governance di sistemi istituzionali transcalari, di riconoscibile e funzionante “sistema Paese”. Nel rapporto con il Governo e il PNRR, le sue risorse pubbliche di entità mai vista (da investire e spendere secondo un profilo strutturale e non congiunturale!), a fronte degli obblighi di “riforme di sistema”, della Giustizia, della Pubblica amministrazione, del Fisco, della Transizione ecologica, l’ impegno dell’INU è quello di sostenere con forza come, proprio adesso, non possa essere più eludibile la necessità come riforma di accompagnamento (al PNRR e non solo), quella “concorrente” del Governo del territorio, in conformità costituzionale dopo il 2001. Ma altrettanto necessaria sarà una diffusa sperimentazione incrementale della pianificazione urbanistica, un impegno ed azione che ha contraddistinto l’INU nel praticarla, chiederla e proporla. È una direzione in cui si colloca anche la recente attività che INU, SIU e CENSU stanno sviluppando per il rilancio urgente della Legge di principi del governo del territorio. ( n) Questa incognita Fase dovrà caratterizzarsi per una “costruzione” realmente più resiliente e meno fragile del Paese, in cui il ruolo dell’INU (a partire dalla risorsa della sua novantennale storia collettiva) assume un nuovo spazio di impegno, elaborazione, proposta e sperimentazione; tutti elementi che si collocano in uno scenario in cui mettere al centro della costruzione e delle riforme di sistema del Paese anche il Governo del territorio e l’ Urbanistica: per questo ed a questo nel 2022, l’Istituto dedicherà il suo prossimo XXXI Congresso.