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Inaugurata la Mostra sui novant’anni dell’INU al MAXXI: “Iniziativa attesa dalla nostra storia”


“E’ un’iniziativa lungamente attesa, quella di raccontare con un evento espositivo la lunga storia dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, che nessuno aveva mai tentato finora in modo compiuto e integrale”. Così ha esordito il presidente dell’INU, Michele Talia, nel corso dell’incontro (in apertura una foto) dedicato alla inaugurazione della Mostra organizzata nell’ambito delle iniziative di celebrazione del Novantennale dell’INU, che è stata allestita nello Spazio Corner del Museo MAXXI di Roma e che potrà essere visitata fino al 19 dicembre.

Soffermandosi su alcuni aspetti significativi dell’esposizione Talia ha fornito dettagli e interpretazioni: “il video-racconto che viene proiettato in Mostra arriva fino al 1990, mentre gli ultimi trent’anni della storia dell’Istituto saranno l’oggetto di un secondo documentario, che presenteremo nel Congresso del 2022. Quanto alla 'linea del tempo', che occupa una intera parete dello spazio espositivo, essa descrive efficacemente il lungo percorso compiuto dall’Istituto con una linearità che a noi sembra però solo apparente. A partire dalla sua fondazione l’INU ha conosciuto infatti diversi momenti decisivi, che hanno assunto il carattere di autentiche svolte. Penso alla fase iniziale, con la difficile traversata dall’urbanistica di regime alla stagione repubblicana. Oppure alla fase storica caratterizzata dal rapido passaggio dagli anni della ricostruzione post bellica al processo accelerato di urbanizzazione, che ha visto l’INU ingaggiare una lotta risoluta alla rendita e alla speculazione edilizia. O, ancora, alle differenze sopraggiunte, anche all’interno dell’Istituto, circa le politiche da adottare nei confronti del rapporto pubblico - privato. O, infine, arrivando ai giorni più recenti, quando il cambiamento di paradigma determinato dalla sostituzione dei principi ispiratori della pianificazione urbanistica con quelli relativi al governo del territorio ha già richiesto, e richiederà in futuro un profondo rinnovamento della nostra disciplina”.

Il presidente dell’INU ha sottolineato che “l’organizzazione della mostra ha richiesto due anni di lavoro che non può ancora dirsi concluso. Questo approccio, questo modo di scrivere e di raccontare la nostra storia ci vedrà nuovamente impegnati. Le celebrazioni degli anniversari avvengono di solito in corrispondenza di scadenze per così dire più ‘rotonde’, come i centenari; noi abbiamo agito prima, e dietro la nostra 'impazienza' c’è l’ambizione di consolidare ulteriormente il prestigio e la reputazione dell’INU in un momento importante della vita del Paese, nel quale il tema della 'territorializzazione' delle risorse dovrebbe essere al centro dell’agenda di governo, ma in cui invece l’urbanistica e le sue richieste fanno fatica ad imporsi. Quello che occorre è un modo nuovo di affrontare le trasformazioni del Paese, che sia consapevole delle acquisizioni del passato e che, allo stesso tempo, sia orientato al futuro”.

Patrizia Gabellini, presidente del Comitato scientifico del Novantennale, ha ricordato che nel lavoro di impostazione delle iniziative di celebrazione “si è subito sottolineata la rilevanza del rapporto tra passato, presente e futuro così che anche nella Mostra si evitasse di limitarsi a un’operazione di ricostruzione documentale favorendo la riflessione sul ruolo dell’istituto, soprattutto in un momento in cui l’urbanistica ha problemi di riconoscibilità e dovrebbe invece essere chiamata a dare un contributo alla grande transizione in atto”. Gabellini ha richiamato anche alcuni nodi resi evidenti dalla Cronologia, come quello dell’interpretazione dei momenti significativi per la storia dell’INU, in particolare considerando il rapporto dell’Istituto con 'ciò che succedeva fuori': ricostruendo la storia interna ci si è interrogati sulla storia esterna. Ha poi presentato gli elementi costitutivi dell’esposizione: oltre al racconto in video dei primi 60 anni (riconoscendo un’importante cesura nel 1990) e alla linea del tempo, il ruolo attribuito alle Isole tematiche, alle teche con la selezione delle pubblicazioni più significative, al "tappeto".

Nel corso dell’evento di inaugurazione sono intervenuti anche Andrea De Pasquale, sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato che ospita l’Archivio dell’INU, di cui ha evidenziato l’importanza nel più generale contesto delle collezioni di architettura, e Pietro Barrera, segretario generale del MAXXI, il quale ha espresso la speranza “che le nostre strade si incontrino nel fare cose concrete”. In chiusura è intervenuto Angelo Radica, neoeletto presidente dell’associazione Città del Vino, che ha ribadito l’importanza della collaborazione con l’Istituto Nazionale di Urbanistica.

La mostra sarà scandita da una importante serie di eventi che si terranno nell’area Agorà. Nelle prima settimana si tengono tenute visite guidate, l’incontro dedicato a Roberto Gambino, il convegno dal titolo “Il paese delle meraviglie. 90 anni di urbanistica italiana” e il meeting dedicato alla discussione delle linee guida della pianificazione delle Città del Vino. Gli incontri successivi – in modalità mista, in presenza e in streaming su piattaforma zoom – riguarderanno il conferimento del Premio “Contratti di Fiume” (3 dicembre, a cura di Francesco Domenico Moccia, link per partecipare) e la presentazione del volume “Comunità, Architettura, Urbanistica, Stile ai tempi di Adriano Olivetti 1933 – 1960” (4 dicembre, a cura di Mario Piccinini, link per partecipare). Altri seguiranno nelle settimane successive.

Andrea Scarchilli – Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica

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